Questo è il posto dove finalmente posso ascoltare il punto di vista di una scrittrice di libri per bambini, Lucia Torti risponde ad alcune domande che le ho posto in merito al suo libro: “Jasmine e la nonna” edito da Albe Edizioni.
Chi è Lucia Torti?
Ancora una volta il blog mi ha dato l’opportunità di conoscere e confrontarmi con nuove persone e da subito Lucia mi ha colpito per la sua sensibilità e la sua scrittura: delicata, poetica e densa di significato.
Lucia Torti è stata insegnante, ha pubblicato numerosi libri per bambini e ragazzi, vincendo importanti premi, tra cui il premio nazionale di letteratura per ragazzi “Anna Osti” e il Premio “Il Castello Volante – Città di Carovigno”. Insegna italiano alle persone extracomunitarie come volontaria.
Come è nata la storia di Jasmine e di sua nonna?
Da molto tempo insegno la lingua italiana alle persone extracomunitarie. Ho avuto modo, quindi, di conoscere la loro realtà, i problemi di integrazione che devono affrontare in ogni campo, i sentimenti che vivono, i vissuti spesso di estraneità e di lontananza. I loro figli, i bambini, sono i più fragili e nello stesso tempo i più forti: fragili perché piccoli e indifesi, forti perché si abituano facilmente alla nuova realtà, sono freschi, ingegnosi, coraggiosi. Ho conosciuto davvero Jasmine e ho colto la sua nostalgia per la nonna lontana.
Mi premeva presentare ai lettori bambini una realtà particolare ma in realtà comune: sentirsi soli, isolati, giudicati, non compresi nel profondo. Inoltre mi importava parlare ai bambini di emozioni, di sentimenti perché credo che solo una precoce educazione alle emozioni – riconoscendole, chiamandole per nome – possa favorire l’empatia e i buoni rapporti tra le persone.
C’è qualcosa di autobiografico o semplicemente era una storia che aveva urgenza di essere scritta?In poche parole, è la storia che ha trovato te o viceversa?
Le storie esistono di per sé, accadono ogni giorno: sono immerse nella natura, vivono nei rapporti tra le persone, si definiscono unendo la notte al giorno in un gioco di luce e di ombre come del resto è la vita, sono a volte misteriose come i castelli, il mare profondo, le isole lontane.
Le storie però hanno bisogno di essere cercate, chiamate per nome, amate e coccolate per poi essere scritte. E poi “riconosciute” da chi le legge perché il lettore ha solo bisogno di qualcuno che gliele ricordi, che gli dica di fermarsi a cercare dentro sé quella storia. Quella storia che muove ricordi lontani, emozioni passate, sentimenti, immaginazioni. La storia di Jasmine c’era già e io l’ho colta, l’ho trovata.
Quali sono le difficoltà nello scrivere una storia rivolta al pubblico dei più piccini?
La difficoltà è insita nella brevità della storia che esige una scelta accurata delle parole per raccontare vissuti profondi con poche e giusti vocaboli. Un’altra difficoltà sta nella misura: che riguarda sia lo stile sia, e soprattutto, il lirismo del racconto. Infatti non bisogna banalizzare le emozioni che accompagnano la scrittura ma anche non farsi prendere la mano ed esagerare.
Come si istaura la collaborazione tra scrittore e illustratore?
Bisogna che lo stile della storia collimi con lo stile dell’illustrazione: se il racconto è poetico deve esserlo anche l’illustrazione. Nel caso di questo libro, il fatto che le tavole siano ad acquerello aggiunge delicatezza e sfumatura alla storia. Dal punto di vista pratico, la collaborazione avviene confrontandoci e limando continuamente la resa del lavoro. Tuttavia l’illustratrice è libera di interpretare il racconto secondo la propria creatività.
Come ha scelto la casa editrice con la quale pubblicare il suo lavoro?
Avevo notato che l’editrice Albe cura molto le proprie pubblicazioni. In particolare non valorizza solo le illustrazioni a scapito dei testi, come fanno a volte le altre case editrici, ma esige che a tavola di qualità corrisponda testo di altrettanta qualità. I libri di Albe Edizioni non sono mai semplicistici o banali, ma originali e curati. Da qui la scelta di proporre la mia storia.